seme A

Accogliere l’oltre  il sovrasensibile 


Accogliere un linguaggio che ci aiuti ad intervenire  lungo i confini della convenzione

L’esperienza dell’ascolto  è un’esperienza visiva

La realtà in cui siamo immersi  si lascia percepire per gradi 

è costituita da tessuti  che si svelano gradualmente

 

come una distanza  la si apprende lungo il sentiero 

così la realtà si svela e si rivela  man mano che l’intenzione decide di viverla 

vivendola la trasforma

Nel grado più rarefatto le impronte che restano  sono orme di luce e suono impresse nel territorio-tessuto-memoria

Questa conoscenza è traccia si lascia tramandare in tradizioni 

Cambia sequenza restando  riconoscibile a chi la ama

Il sentire interiore vola sopra i ruoli tribali 


Scioglie i nodi e prosegue 

Dove è labirinto lo trasforma in sentiero 
per poi lasciare a terra il filo rosso
come dono risolto per chi verrà

Percepirsi abitatori del proprio corpo e poi oltre il corpo percepire l’ambiente

siamo immersi in uno “spartito tridimensionale”

Siamo la sfera che ci contiene essa contiene con noi la parte di ambiente che riusciamo ad accogliere

Immaginiamo spazi selvatici che sappiano accogliere e lasciare andare senza addomesticare

Immaginiamo spazi per il mistero

Darsi un’epidermide come confine sentirsi forma

considerazioni

Dobbiamo svegliarci a noi stessi e dimensionare le nostre capacità sensoriali, metterci alla prova e perdonare la nostra limitatezza, perdonare i nostri sensi limitati e prepararci ad una ricettività sovrasensibile, di più ampio spettro, ecco che allora veniamo a conoscere una realtà che è sempre.

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Da questo ne segue che noi siamo chiamati ad essere sempre in ascolto, non solo quando facciamo gli esercizi, altrimenti questa pratica non esiste. 

Siamo prima della filosofia, del ragionare intelligente, siamo prima delle tradizioni, dei miti, delle credenze, delle religioni,  prima delle discipline e prima della conoscenza, prima della scienza siamo nell'energia espressa da un seme di per sé, prima di essere misurato.

Il corpo è parola non pensata

è parola viva

sfuggente

esposta 

Riflessi di attimi

distesi sul ciglio

di una strada

maestra